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CIE verso eIDAS

Ultimo aggiornamento
17-06-2020

La Carta di Identità Elettronica entra in eIDAS.

La Carta di Identità Elettronica (CIE) è stata notificata alla Commissione europea e agli altri stati membri con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea C 309 del 13 settembre 2019, ed è stata integrata con il nodo eIDAS, in conformità con l’omonimo Regolamento (UE) n. 910/2014.

Questo comporta che potrà essere utilizzata per accedere ai servizi in rete non solo italiani, ma di tutte le pubbliche amministrazioni dell'Unione che richiedono credenziali di livello 1, 2 o 3. Gli altri stati membri hanno l’obbligo di far accedere ai propri servizi in rete i cittadini dotati di SPID, a partire dal 13 settembre 2020 diviene obbligatorio consentire l’accesso anche con la CIE.

È possibile l’accesso ai servizi in rete da smartphone su sistemi Android e IOS e in modalità Desktop con sistemi operativi Microsoft, Linux e MacOS.

Come SPID, così anche la CIE 3.0 diviene quindi uno strumento per attestare la nostra identità digitale in tutta l'Unione europea.

Le scelte tecniche effettuate per realizzare l’autenticazione online tramite la CIE fanno riuso, seppur con lievi differenze, dei medesimi paradigmi e protocolli adottati per SPID, consentendo così ai fornitori di servizi che hanno già integrato SPID di procedere rapidamente all’integrazione di “Entra con CIE”. Il Ministero dell’Interno è il gestore dell’identità digitale della CIE, con cui è necessario federarsi per consentire l’accesso ai propri servizi anche con la CIE.

Vantaggi

I fornitori di servizi che consentono l’accesso tramite la CIE, pubbliche amministrazioni incluse, godono del medesimo importante vantaggio già introdotto con SPID:  la manleva in merito alla verifica di identità del soggetto che si autentica al proprio servizio tramite la CIE.

In altri termini, è il Ministero dell’Interno che garantisce di aver correttamente identificato il soggetto e aver consegnato la CIE e i relativi codici al legittimo titolare, forte del processo di identificazione esercitato dagli ufficiali di anagrafe presso i Comuni italiani.

Il fornitore di servizi, analogamente a quanto posto in opera per SPID, dovrà limitarsi a eseguire e conservare le evidenze informatiche del processo di autenticazione, correlando quest’ultimo alle operazioni effettuate dal cittadino tramite il servizio acceduto.

Il fornitore del servizio non avrà bisogno di stipulare alcuna convenzione con il Ministero dell’Interno, così come non ne ha bisogno se utilizza la CIE per verificare l’identità di un cittadino durante un incontro fisico.

Come integrare l’accesso con la CIE?

Se sei un erogatore di servizi ed intendi integrare l’accesso mediante CIE 3.0, consulta il “Manuale operativo per gli erogatori di servizi” disponibile sul portale CIE (sezione “servizi/identificazione digitale/Entra con CIE”) per prendere visione delle modalità di adesione (procedura di onboarding).

Tasto Entra con CIE

Quali sono le pubbliche Amministrazioni e i soggetti privati che hanno già integrato l’accesso ai propri servizi con CIE?

In Ministero dell'Interno pubblica qui l'elenco dei soggetti pubblici e privati che hanno integrato l’accesso con la CIE.