Via libera alla versione 2.0 delle Regole Tecniche per le Piattaforme di Approvvigionamento Digitale (PAD). Con la Determinazione n. 267/2025, infatti, AgID ha approvato le nuove regole che le piattaforme dovranno implementare per rendere le gare d’appalto ancora più semplici, sicure e trasparenti.
Il provvedimento, che segna un’evoluzione fondamentale per il sistema degli appalti in Italia, consolidando il percorso di digitalizzazione avviato con il nuovo Codice dei Contratti Pubblici e offrendo strumenti tecnologici più moderni a supporto di enti e imprese, è stato adottato d’intesa con l'Autorità Nazionale Anticorruzione, il Dipartimento per la Trasformazione Digitale e l'Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, in collaborazione con le unità di missione PNRR della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
Cosa sono le PAD
Le Piattaforme di Approvvigionamento Digitale sono degli ecosistemi software certificati che permettono alle PA di gestire l'intero ciclo di vita di un appalto pubblico digitale. Grazie all'integrazione con la Banca Dati Nazionale dei Contratti Pubblici (BDNCP) e la Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND), permettono lo scambio automatico di informazioni tra enti e imprese, garantendo che ogni fase della gara - dalla programmazione alla firma del contratto, fino all'esecuzione - avvenga in modo trasparente, sicuro e interoperabile, evitando anche la produzione di documenti cartacei o l’inserimento di dati duplicati.
Le novità
Le nuove regole, che sostituiscono le precedenti adottate con la Determinazione AgID n. 137/2023, pongono un accento particolare sulla sicurezza informatica e sulla protezione dei dati, introducendo criteri più stringenti per rendere le infrastrutture digitali più robuste e resilienti.
Un’altra importante novità riguarda l’apertura verso le tecnologie emergenti, con le prime linee guida per l’integrazione dell’Intelligenza Artificiale nei processi di gara, sempre sotto il controllo umano e nel rispetto della massima trasparenza.
Ancora più centralità assume, invece, il requisito dell’interoperabilità, che impone alle piattaforme di comunicare in modo fluido e immediato con le grandi banche dati nazionali: questo meccanismo permette, infatti, di attuare concretamente il principio once only, secondo cui le imprese devono fornire le proprie informazioni alla Pubblica Amministrazione una sola volta, poiché i dati circoleranno autonomamente tra i sistemi certificati senza bisogno di continui invii di documenti.
Infine, le nuove regole potenziano i sistemi di tracciabilità, consentendo un monitoraggio costante di ogni fase del contratto, dalla pubblicazione del bando fino alla conclusione dei lavori, facilitando così la prevenzione di eventuali anomalie o ritardi.
Cosa devono fare i gestori delle piattaforme e le stazioni appaltanti
Chi dispone di piattaforme già certificate secondo le precedenti regole, deve trasmettere ad AgID un'autodichiarazione di conformità e un piano dettagliato degli interventi tecnici necessari ad adeguarsi ai nuovi standard della versione 2.0.
Questi aggiornamenti devono essere implementati gradualmente entro un periodo massimo di 180 giorni, termine entro il quale le piattaforme dovranno essere pienamente allineate ai nuovi requisiti di sicurezza e interoperabilità.
Le PA devono, quindi, verificare con i propri fornitori di software il rispetto di questo cronoprogramma, assicurandosi che la propria piattaforma rimanga iscritta nel Registro dei componenti certificati gestito dall'ANAC per poter continuare a gestire le procedure di gara senza interruzioni.
Grazie alle nuove regole, le amministrazioni pubbliche e gli operatori economici beneficeranno di una riduzione della burocrazia e di una maggiore certezza del diritto, rendendo il mercato degli appalti più rapido, efficiente e accessibile a tutti.