Gli appalti pre commerciali (PCP) sono procedure di acquisto di servizi di ricerca e sviluppo, escluse dalla disciplina del Codice dei Contratti Pubblici, che consentono alle Pubbliche Amministrazioni di sviluppare e di sperimentare soluzioni nuove per risolvere problemi complessi che non trovano risposte soddisfacenti nel mercato. La procedura di appalto pre-commerciale consente di mitigare e gestire il rischio dell’innovazione attraverso un approccio multi-aggiudicatario e multi-fase.
La tipica procedura pre-commerciale impegna gli operatori di mercato in tre fasi: il disegno di una soluzione progettuale che possa soddisfare il fabbisogno della PA, la implementazione di un prototipo della soluzione e infine la sperimentazione in un contesto pilota ma realistico.
Al termine della procedura pre-commerciale, la Pubblica Amministrazione potrà utilizzare i risultati della sperimentazione, che potrà provenire anche da una molteplicità di operatori diversi, per chiedere al mercato lo sviluppo di specifici prodotti e servizi, in linea con quei requisiti che si sono rivelati vincenti nella fase di sperimentazione.
In particolare l’appalto pre commerciale:
- prevede la condivisione dei rischi e dei benefici tra la Pubblica Amministrazione e gli operatori partecipanti alla sfida;
- non prevede la clausola di esclusiva: ciascuna azienda aggiudicatrice è libera di riutilizzare i risultati della propria attività di ricerca e sviluppo condotta nell’ambito dell’appalto;
- prevede il cofinanziamento da parte degli operatori affidatari;
- comprende attività di ricerca, lo sviluppo dei prototipi e la fase di test.
Con la Comunicazione COM (2007) 799 “Appalti pre-commerciali: promuovere l’innovazione per garantire servizi pubblici sostenibili e di elevata qualità in Europa” la Commissione ha proposto un approccio per la realizzazione di questa tipologia di appalti.
Ad oggi l’Italia è uno dei Paesi leader, in Europa, nell’implementazione del PCP